L'ex sindaco Papasso: "Consiglio Comunale di Cassano allo Ionio sciolto per castello di sabbia"

papassogianni 600"Scioglimento del consiglio comunale: un castello di sabbia, un puzzle per cacciarmi dal Comune, una gravissima ingiustizia". E' quanto scrive l'ex sindaco di Cassano allo Ionio Gianni Papasso sul suo profilo facebook commentando le motivazioni del provvedimento. Dopo avere sostenuto che "è triste, abominevole, soprattutto inquietante, che prima dei diretti interessati le motivazioni siano state 'passate' alla stampa", l'ex sindaco ritiene che le motivazioni sono "un castello di sabbia che sarà demolito senza nemmeno particolare impegno. Chissà quali sono le vere ragioni e motivazioni.

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Evidentemente, ero troppo ingombrante, davo troppo fastidio, mi sono opposto a tanti affari, con determinazione ho sgominato i 'gruppi di potere' che gestivano le sorti della città. Hanno tanto cercato, tanto indagato: l'unico atto di 'mafiosità' che mi si attribuisce è l'aver partecipato a un funerale. Il sottoscritto, per cultura e senso di solidarietà, ha partecipato e partecipa quasi a tutti i funerali. Mi si addebita la partecipazione, insieme al altre centinaia di persone, al funerale di una anziana signora, che conoscevo da quando ero in fasce, con la quale avevo un diretto, personale rapporto. Preciso che in occasione delle esequie della povera signora non rivestivo nemmeno la carica di sindaco. Mi meraviglia il fatto che non siano stati segnalati altri rappresentanti politici presenti a qual funerale. Tra gli altri miserevoli addebiti - continua - mi si contesta che ho aiutato i 'poveri', con i cosiddetti contributi assistenziali. L'ho fatto e se ne avrò la possibilità continuerò a farlo. Per quanto concerne la vicenda dell'Hotel Sybaris, gli atti testimoniano la nostra limpida correttezza: il consigliere che ha reso dichiarazioni è un esponente della minoranza. Mi dispiace che chi ha redatto la relazione ha omesso di dire e scrivere che fui io stesso ad informare, delle stesse, il Prefetto e la competente Procura della Repubblica". "E' stata consumata - conclude Papasso - una gravissima ingiustizia. Ne prendiamo atto. Ribadiamo, però, che difenderemo, non tanto noi, ma la città di Cassano da una terribile, inopportuna infamia, fino alla morte. I nostri avvocati sono già al lavoro per l'azione di difesa giudiziaria in tutte le sedi, sia amministrative che penali. Noi continueremo a camminare a testa alta, continuando ad amare, ancora più di prima, Cassano e i suoi cittadini".